Avevo cominciato a leggere e a
studiare, già prima del ricovero di Vicenza ed avevo iniziato a fare domande
tecniche sui farmaci e sulle procedure di diagnosi a questi “sedicenti”
psichiatri.
Con sorpresa, mi accorgevo,
sempre più spesso, che c’era riluttanza e imbarazzo quando ponevo certe
domande, spesso questi Specialisti si trinceravano dietro la frase “lei è uno
Psichiatra?? Io lo sono e quindi si fidi”, in pratica non volevano darmi
spiegazioni sul loro operato.
A tal proposito, inserirò in
questo mio scritto degli allegati, che mi sono stati molto utili per capire le
varie famiglie di farmaci e le loro caratteristiche di utilizzo.
Decisi di seguire due strade per
informarmi e capire tramite i dati in mio possesso: la strada della “depressione/psicosi”(causa
psicologica) e la strada della “degenerazione mentale o Demenza”(causa
neurologica).
Ho scoperto che ci sono diverse
forme di psicosi, di depressione e di degenerazione mentale, molti sintomi sono
simili tra loro, mentre altri sono tipicamente unici, era quindi necessario
fare una lista dei sintomi di mamma e confrontarli con le varie descrizioni
delle patologie, per poi prendere in considerazione solo quelle che più corrispondevano
al nostro “caso”.
Una volta selezionate le possibili
patologie, si doveva rapportarle alle varie terapie che avevamo provato fino a
qui su mamma, e confrontarle con quelle più consigliate nella rete mondiale, allo
scopo di valutare se l’approccio, seguito dai medici che fin qui avevamo
incontrato, aveva un senso.
A poco a poco mi feci l’idea che
le varie terapie, somministrate fino a quel momento avevano colpito nel
“mucchio”, infatti, gli specialisti avevano prescritto degli antidepressivi per
la “Depressione”, degli antipsicotici o neurolettici per colpire la “Psicosi” e
vari ansiolitici per colpire gli stati d’ansia, che spesso sono frutto delle
prime due patologie.
Gli psichiatri avevano perciò
deciso di non valutare in modo approfondito il problema, ma si erano limitati a
seguire la via del “di tutto un po’” e poiché questo metodo non funzionava,
hanno spostato il tiro sull’aspetto neurologico, inserendo esami clinici per
valutare se era in corso una degenerazione mentale.
Spesso avevano prescritto, da
subito, dosi normali o anche superiori alla norma, senza gradualità nell’inserimento,
senza una valutazione attenta degli effetti collaterali; insomma mi sono fatto
l’idea, che avevano agito frettolosamente e non avevano dedicato più tempo nel
verificare l’andamento della situazione.
Gli esami neurologici non avevano
dato dei risultati certi, ma solo delle indicazioni e, secondo il “Protocollo
Nazionale” emesso dal Ministero della Sanità (trovato anche questo in Internet),
non c’erano dati sufficienti per definire che si trattasse di una “Demenza” (come
Alzheimer o di altro tipo).
In ogni documentazione da me
raccolta, si evidenziava chiaramente che una terapia, se non adeguata, produce
effetti collaterali che danneggiano anche l’aspetto neurologico di chi
l’assume.
In seguito mi sono chiesto: “ma
cosa succede nel cervello, quando vieni colpito da una delle patologie che ho
citato?, come interagiscono i farmaci con quello che succede nel cervello?”.
Cercherò di spiegarlo in modo
semplice sulla base di quello che ho capito studiando...il nostro cervello
produce delle sostanze ogni qualvolta che pensiamo, proviamo emozioni, facciamo
cose che ci danno piacere o dispiacere, quando vediamo una cosa bella o brutta,
quando facciamo attività, ecc.; ed in base a questa produzione, regoliamo il
nostro comportamento di conseguenza, infatti ridiamo, soffriamo, reagiamo,
aumentiamo l’attenzione, lo sforzo fisico, ecc.
Quando non c’è il giusto
equilibro di produzione di queste sostanze (perché troppa o troppo poca), ecco
che compare un “disagio mentale” che colpisce anche il nostro “comportamento” ed
anche la buona funzionalità del nostro fisico e delle nostre funzioni
biologiche.
Le sostanze, che regolano tutto
questo, sono molte e non tutte conosciute, nella “Malattia mentale” spesso si
parla di: Serotonina, Noradrenalina, Dopamina, Adrenalina, ecc., questi nomi
identificano alcune di queste sostanze che regolano il nostro modo di “Essere”.
La Scienza ha identificato come
alcuni comportamenti anomali, causati ad esempio dalla “depressione”, sono
legati ad uno squilibrio della Serotonina e non solo, altri come la “psicosi”
sono legati alla Dopamina, ma le interazioni sono molte varie e complesse.
La giusta produzione di queste
sostanze, non è solo il frutto di un buon funzionamento del cervello (ecco
perché al Capitolo 1° avevo citato il termine cause “fisiologiche interne”), ma
anche del tipo di vita (quindi anche da cause esterne) che conduciamo, non è
quindi facile capire se il problema nasce dall’interno oppure se è causato
dall’esterno o da entrambi.
E’ quindi fondamentale, avere la
pazienza di capire chi è la persona che sta soffrendo, che vita ha fatto, che
vita conduce, l’eventuale predisposizione familiare analizzando la sua genetica
familiare e ricercando se altri familiari hanno sofferto di “Malattia mentale”.
Tutto questo per capire se ci
sono solo cause interne (fisiologiche o genetiche) o anche esterne e quali hanno
il maggior peso.
Questo compito è oggi, nel nostro
Sistema Sanitario, assegnato alla Psichiatria, che dovrebbe quindi avvalersi
anche della collaborazione di Specialisti Psicologi, ma troppo spesso questo
connubio non esiste.
Lo Psichiatra, da solo, non basta
per seguire e valutare un ammalato, serve un Team di lavoro (un gruppo di
Specialisti).
In un prossimo Capitolo, vi
svelerò secondo me, quale gruppo di Specialisti bisogna interconnettere tra
loro, per creare un buon Team vincente.
E’ innanzitutto prioritario,
escludere la possibilità che la causa sia la conseguenza di una malattia
esclusivamente interna, come per esempio: Alzheimer, Parkinson, neoplasie
(tumori) celebrali, ictus, problemi vascolari o ormonali come il mal
funzionamento della tiroide.
Perciò prima di iniziare delle
terapie bisogna escludere questa eventualità, tramite una serie di esami
diagnostici come: Tac cerebrale, Risonanza magnetica cerebrale, ecografia dei
tronchi sovraaortici, encefalogramma, esami del sangue, Pet, Spect, test
neurologici, ecc., questo compito è di pertinenza della Neurologia e della Medicina
di Base in genere.
”Quanti esami da fare!”, ma visto
la complessità del problema più informazioni riuscite a raccogliere, anche
attraverso esami diagnostici, e meglio è.
Ci sono tantissime persone che
sono state rovinate da diagnosi incomplete, frettolose, e quindi curate per
anni in modo sbagliato.
Se dopo tutte le verifiche diagnostiche,
non avete trovato un’evidenza, intendo evidenza concreta e non un’indicazione o
un “potrebbe essere” (attenti a non farvi rimbalzare da una Reparto ad un
altro), che la sofferenza è generata da cause “fisiologiche interne”, allora la
competenza del “caso” è di “Psichiatria”, e con quest’ultima, va impostato un
percorso terapeutico, che sarà commisurato alla patologia che lo Psichiatra vi
formulerà.
Anche in questo caso, cercate di
capire se la diagnosi della patologia psichiatrica che formuleranno è esatta,
perché troppo spesso ho visto etichettare la stessa diagnosi su persone con
sintomi ben diversi tra loro…”Come fare?”... attraverso l’informazione, lo
studio, la lettura e quindi la conoscenza dei sintomi tipici, delle patologie psichiatriche
principali.
Se la diagnosi non vi convince,
provate a valutarla tramite altri consulti, con diversi Specialisti. Convincersi
che la diagnosi è quella giusta, permette di scegliere la conseguente terapia,
evitando il più possibile devastanti errori di percorso.
Quindi riassumendo, bisogna
conoscere le varie patologie che possono creare i nostri disturbi, conoscere
quali sono i modi migliori per diagnosticarle, conoscere quali sono i modi
migliori per curarle.
Sono d’accordo con voi, che tutto
questo dovrebbe essere compito dei Medici, chi sta male di certo fa estrema
fatica a seguire un percorso informativo del genere, lo stesso dicasi per i
suoi familiari, ma avete letto cosa è successo a mia madre?... Io sono stato
costretto a seguire questa via e spero che i lettori di questo mio racconto,
traggano qualche informazione in più, rispetto a quello che normalmente chi
dovrebbe informarti ti dice o peggio non ti dice.
Per aiutarvi, in questo difficile
cammino, vi allegherò, come già detto in precedenza, delle dispense che mi sono
state molto utili, l’argomento è vasto e questi allegati sono una piccola
goccia nel mare delle informazioni, ma di certo raccolgono molte spiegazioni
interessanti.
https://www.cinquantuno.it/shop/caosfera-edizioni/psichiatri-no-grazie/
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