ALLEGATO 3 Linee guida per la valutazione di una degenerazione mentale organica (Demenza)




Queste linee guida (LG) sono state preparate dal Gruppo di Studio sulle Demenze della Società italiana di Neurologia per definire criteri e percorsi diagnostici per le demenze e la malattia di Alzheimer.

Scopo delle LG è delineare un approccio uniforme alla diagnostica delle demenze, che permetta di identificare il tipo e la gravità della compromissione cognitiva e funzionale, di riconoscere le diverse forme di demenza costruendo le premesse per una corretta valutazione prognostica.

Le indicazioni contenute in queste LG possono inoltre risultare utili per definire le risorse necessarie per l'assistenza del soggetto con demenza.

L’elaborazione di queste LG si basa su evidenze scientifiche e cioè su una lettura critica di articoli scientifici apparsi su riviste.

Solo nel caso in cui le evidenze scientifiche sono risultate insufficienti o contraddittorie, le LG riflettono il giudizio professionale e il parere dei membri del gruppo di studio sulle demenze.

Queste LG possono essere non appropriate per tutte le singole circostanze e vanno pertanto adottate solo dopo avere attentamente valutato le caratteristiche individuali del paziente.

Sono state considerate in primo luogo in modo critico le linee guida esistenti che hanno affrontato il problema della diagnosi delle demenze.

Queste LG rappresentano lo stato dell'arte e le convinzioni degli esperti alla data della loro stesura.

Gli orientamenti e la sostanza delle raccomandazioni potrebbero nel futuro modificarsi in conseguenza di nuove acquisizioni scientifiche e dei risultati di un processo continuo di validazione delle LG.

Per gli argomenti ancora controversi e per i temi emergenti non sufficientemente documentati dal punto di vista scientifico, le LG riportano la necessità di ulteriori studi e produzione di conoscenze.

Le LG danno una risposta ad alcune domande che sono state giudicate di importanza fondamentale per una corretta gestione del paziente:



·         Criteri di diagnosi delle demenze

·         La diagnosi precoce di demenza

·         I percorsi diagnostici per la diagnosi di demenza e il ruolo del Medico di famiglia e dello Specialista neurologo

·         Obiettivi principali del percorso diagnostico

·         La diagnosi differenziale



  La Diagnosi della Demenza



La Demenza è caratterizzata dalla presenza di un deficit della memoria che si associa a disturbi in altre aree cognitive e causa una significativa riduzione delle capacità della vita quotidiana del paziente.

La diagnosi si dovrà attenere ai criteri DSM-IV o ICD-10 che prevedono l'esistenza di un unico quadro sindromico, rappresentato dalla demenza, condiviso da differenti malattie.

I criteri diagnostici del DSM IV e dell'ICD 10 lasciano però aperti alcuni problemi che sono ancora campo di ricerca e fonte di incertezza da parte dei medici.

Tra questi si deve citare la differenziazione fra normale invecchiamento cerebrale e demenza, l'inquadramento nosologico dei quadri di compromissione isolata di una sola capacità cognitiva e il ruolo diagnostico dei disturbi del comportamento che spesso, se non invariabilmente, caratterizzano i pazienti dementi.

La diagnosi di demenza è prevalentemente una diagnosi clinica.

Per la malattia di Alzheimer, che di tutte le demenze rappresenta la forma più frequente, e per tutte le forme che non siano chiaramente ereditarie, mancano attualmente marker biologici e/o strumentali che possano, con tutta sicurezza, essere utilizzati a fini diagnostici.

L'individuazione di marker biologici e strumentali di malattia è un obiettivo della massima importanza che andrà perseguito nell'ambito di ben precisati protocolli di ricerca.



 La diagnosi precoce di demenza



Malgrado vi siano evidenze che nella pratica la demenza è spesso misconosciuta nelle sue fasi iniziali, una sua diagnosi precoce permetterebbe:



·         Un tempestivo intervento sulle cause delle demenze reversibili

·         L’istituzione di terapie che possono ritardare la progressione della malattia

·         L’inizio di terapie che possono potenziare la performance cognitiva del paziente sfruttando la sua non completa compromissione dei circuiti neuronali

·         L’attuazione di misure che riducono gli effetti della comorbilità associata alla demenza

·         L’attuazione tempestiva da parte del paziente e della famiglia di misure necessarie per risolvere i problemi connessi con la progressione di malattia 



L'utilizzo di alcuni strumenti di screening può evidenziare deficit cognitivi o funzionali in soggetti asintomatici, anticipando in misura significativa i tempi della diagnosi.

Si tratta però di strumenti che presentano un’insoddisfacente specificità che, se applicati in popolazioni di soggetti asintomatici, producono come risultato quello di individuare un elevato numero di falsi positivi.

Indagini su popolazioni asintomatiche, con gli attuali strumenti di screening, sono pertanto sconsigliate in quanto non presentano vantaggi dal punto di vista della sanità pubblica.

Indagini di questo tipo hanno un grande interesse scientifico: andranno pertanto condotte all'interno di definiti protocolli di ricerca che prevedano esplicitamente la partecipazione dello specialista neurologo.

Considerati i vantaggi di una diagnosi precoce, una demenza andrà tempestivamente sospettata in soggetti anziani che presentino un iniziale declino delle capacità cognitive.

In questi soggetti, tra i quali la prevalenza della demenza è più alta che in soggetti asintomatici, l'utilizzo degli strumenti di screening presenta un più alto valore predittivo positivo e un minore rischio di falsa positività.

Una pronta diagnosi in soggetti con sintomatologia iniziale è qui denominata diagnosi tempestiva per differenziarla da quella precoce in fase asintomatica.



I sintomi che frequentemente caratterizzano una demenza all'esordio e che impongono di avviare un’indagine con l'iniziale utilizzo di un test di screening, possono essere delineati come segue.

La persona può evidenziare una difficoltà progressiva a svolgere una o più delle seguenti attività:

·         Imparare e ricordare nuove informazioni
E' più ripetitivo; ha difficoltà a ricordare recenti conversazioni, eventi e appuntamenti; frequentemente dispone gli oggetti in malo modo.

·         Eseguire compiti complessi
Ha difficoltà a seguire una serie complessa di pensieri o nell'eseguire compiti che richiedono numerose azioni.

·         Ragionare
E' incapace a rispondere con una ragionevole strategia a problemi insorti a casa o al lavoro; si mostra stranamente poco riguardoso delle regole sociali di comportamento.

·         Orientarsi
Ha difficoltà nell'orientamento durante la guida dell'automobile e tende a perdersi anche in luoghi che gli/le sono familiari.

Può manifestare difficoltà a ricordare il giorno della settimana o la data attuale.

·         Parlare
Ha difficoltà sempre maggiori a trovare le parole che esprimano ciò che vuole comunicare e a seguire le conversazioni.

·         Avere un comportamento adeguato
E' passivo e non reagisce adeguatamente alle differenti situazioni, è più irritabile e più sospettoso del solito, interpreta in modo sbagliato stimoli uditivi o visivi.

·         In certi casi si manifestano invece disturbi più selettivi e particolari

Ad esempio un disturbo del linguaggio (afasia), un disturbo nel riconoscimento dei volti familiari (prosopoagnosia) o altri disturbi isolati, come una difficoltà nell'organizzare il movimento.



Il percorso diagnostico per la diagnosi di demenza



Il percorso diagnostico si dovrà basare oltre che sulla raccolta mirata della storia clinica del paziente e sull'esame obiettivo, anche su un'attenta valutazione delle capacità funzionali e cognitive del paziente.

Il percorso per la diagnosi di demenza dovrà coinvolgere le figure del medico di famiglia per la prima fase di screening e del neurologo per la seconda e terza (fase di conferma diagnostica e diagnosi differenziale all'interno delle demenze).

La demenza è una compromissione della memoria e di almeno un'altra capacità cognitiva che si accompagna ad una diminuzione delle capacità funzionali del soggetto.

In alcune forme di demenza differenti dalla malattia di Alzheimer, il disturbo di memoria può non essere presente all'esordio ed essere preceduto da importanti disturbi comportamentali.

Non è inoltre infrequente osservare pazienti con deficit isolato di memoria o di un'altra funzione cognitiva che non presentano una diminuzione delle capacità funzionali.

Per questi quadri andrà utilizzata una denominazione univoca che potrebbe essere "Compromissione isolata di (… memoria, orientamento, linguaggio….)" e "Compromissione cognitiva lieve" per i quadri che non comportano un deficit funzionale.

Questi pazienti andranno attentamente valutati al momento della diagnosi e durante il follow-up tramite protocolli di studio e valutazione.



Anamnesi mirata



Andrà attentamente valutata la presenza di gravi malattie internistiche che possono dar luogo ad encefalopatie come l'iper o ipotiroidismo, l'insufficienza epatica, renale o respiratoria, il diabete e l'ipertensione arteriosa.

Andranno considerate anche condizioni che possono causare deficit di acido folico o di vitamina B12, note come causa o contributo al manifestarsi di una riduzione delle capacità cognitive.

Si dovrà valutare l'esistenza di un abuso di assunzione di alcoolici o di altre sostanze e l'esposizione a tossici ambientali e/o presenti nell'ambiente di lavoro.

Andrà inoltre valutata la presenza di patologie psichiatriche, di pregressi traumi cranici e, in particolare, di altre malattie neurologiche.

Particolarmente attenta dovrà essere l'anamnesi sui farmaci assunti dal soggetto poiché molti di essi, specie nell'anziano, possono aggravare la demenza o ne mimano la presenza.

Queste sindromi possono essere facilmente controllate o migliorate sospendendo l'assunzione del farmaco responsabile o riducendo i dosaggi.

E' inoltre fondamentale che il medico indaghi sulla presenza di demenze in altri membri della famiglia.



Esame obiettivo mirato



L'esame fisico dovrà tenere in conto i principi medici generali di esecuzione e comprendere necessariamente un esame neurologico completo.

Il medico dovrà considerare attentamente la presenza di menomazioni fisiche e sensoriali che potrebbero giustificare una risposta anomala ai test e alle indagini effettuate.


Valutazione funzionale



Questa valutazione può essere effettuata informalmente chiedendo al soggetto e ai suoi famigliari come vengono gestite le azioni del vivere quotidiano.

Preferibilmente ciascun medico dovrebbe familiarizzarsi con almeno una scala di valutazione standardizzata delle attività del vivere quotidiano.

E' consigliato l'uso della IADL (Instrumental Activities of Daily Living), che indaga otto attività del vivere quotidiano e che è spesso utilizzata nel corso di studi clinici controllati.



Valutazione cognitiva



E' indispensabile, soprattutto nelle fasi iniziali di una demenza, quando è incerta la presenza stessa del deterioramento, effettuare un'indagine sistematica sulle differenti aree cognitive la cui traccia potrebbe essere fornita dai sintomi d'esordio precedentemente indicati.

E’ preferibile, anche per il medico di famiglia, condurre comunque un’indagine formale tramite strumenti strutturati e standardizzati, allo scopo di fornire indicazioni obiettive sull'esistenza del deficit cognitivo, di indicare le aree cognitive colpite e di fornire una valutazione quantitativa della gravità degli eventuali deficit.

Si può ricorrere a numerosi strumenti di screening per l'indagine delle diverse aree cognitive.

Fra tutti il più utilizzato è il Mini Mental State Examination (MMSE) di Folstein per il quale esiste una versione italiana validata su una popolazione di normali italiani.

Un altro strumento validato sulla popolazione italiana è il Milan Overall Dementia Assessement che è stato costruito avendo come paradigma la demenza di Alzheimer.

Bisogna tenere presente che i test di screening non sono strumenti che permettono da soli la diagnosi di demenza, anche se possono quantificare il livello di deficit cognitivo individuale del paziente.

Possono però documentare la presenza di ridotte funzioni cognitive in più domini, come richiesto dai criteri diagnostici di demenza.



 Test di laboratorio



Anche se i dettagli dei test da compiere dipendono dalla diagnosi che si sospetta, si possono delineare i seguenti esami di laboratorio come necessari e da eseguire come routine:



·         Emocromo con formula

·         Elettroliti

·         VES

·         Glicemia

·         Azotemia

·         Creatininemia

·         Esame delle urine

·         Test di funzionalità tiroidea (per escludere la presenza di una demenza da ipo o ipertiroidismo)

·         Livelli ematici di vitamina B12 e folati (per escludere la presenza di una demenza da carenza vitaminica)

·         Test serologici per la lue (per escludere una demenza luetica)

·         Livello Omocisteina (nell’Alzheimer presenta livelli anomali)



Altri esami di laboratorio in singoli pazienti che possono essere utili, anche se non è necessario inserirli nella routine:



·         Funzionalità epatica

·         Serologia per l'HIV-1 (AIDS-demenza complex)

·         Rx torace ed emogasanalisi (sindromi ipossiche croniche)

·         Metaboliti urinari di sostanze d'abuso

·         Escrezione urinaria di metalli pesanti

·         Ricerca di autoanticorpi per il riconoscimento di malattie autoimmunitarie



Neuroimaging cerebrale



Gli esami di neuroimaging cerebrale dovrebbero essere presi in considerazione in base alle caratteristiche cliniche di presentazione.

Sembra comunque ragionevole eseguire un esame TAC(Tomografia  assiale computerizza)  e RMN(risonanza megnetica) cerebrale almeno al momento della prima diagnosi.

Questi esami sono spesso indispensabili per una corretta diagnosi differenziale.

Altri esami come la SPECT o la PET, che possono fornire informazioni sullo stato funzionale cerebrale, sono di grande interesse per fini di ricerca e andranno utilizzati all'interno di protocolli di ricerca.


Valutazione neuropsicologica



Anche se non strettamente necessaria per la diagnosi di demenza, ogni paziente al momento della prima diagnosi, e in particolare nel caso della Malattia di Alzheimer, dovrebbe avere una valutazione neuropsicologica completa.

L'esecuzione di un’adeguata batteria di test neuropsicologici può fornire indicazioni indispensabili sull'esistenza e gravità del deficit cognitivo, sulle aree cognitive compromesse e per valutare la progressione della malattia.

 A questo scopo si raccomanda l'uso di batterie di test neuropsicologici validate su popolazioni italiane: la MDB (Mental Deterioration Battery) o la batteria di test proposti nell'ambito dello Studio Multicentrico Italiano sulla Demenza (SMID).

Accanto all'uso di batterie standardizzate di esami neuropsicologici è auspicabile che l'indagine sullo stato cognitivo del paziente, sia arricchita con l'uso di test che indagano aree funzionali particolari.

 

Valutazione comportamentale e psichiatrica.



La presenza di disturbi comportamentali dovrà essere valutata, almeno in modo informale in tutti i soggetti.

Sarà valutata con particolare attenzione la presenza di depressione ed è raccomandabile l'utilizzo di strumenti standardizzati quali la scala di Hamilton o la Beck Inventory per la depressione.

La depressione può infatti influire sulla performance cognitiva del soggetto o caratterizzarsi come una risposta reattiva alla presenza del disturbo cognitivo stesso , un paziente depresso ma anche uno psicotico può erroneamente essere scambiato per un paziente con degenerazione mentale e viceversa.



Esame liquorale



Una puntura lombare dovrebbe essere eseguita quando sia presente o si sospetti una carcinomatosi meningea, una infezione del sistema nervoso centrale, sierologia per Lue positiva, sospetto di vasculite del sistema nervoso centrale, una demenza non usuale o rapidamente progressiva e immunosoppressione.

Il dosaggio liquorale di sostanze con un potenziale ruolo patogenetico nelle demenze (beta-amilode, proteina tau) è di grande interesse scientifico e andrà eseguito nell'ambito di protocolli di ricerca che prevedano esplicitamente la richiesta del consenso informato del paziente o di sua persona di riferimento.


Elettroencefalogramma



L'elettroencefalogramma è un esame fondamentale nella valutazione di sospette encefaliti, nella malattia di Jakob-Creutzfeldt e quando siano presenti crisi epilettiche.



Diagnosi differenziale



La diagnosi differenziale deve avere come primo obiettivo quello di individuare quelle demenze che possono regredire o non progredire una volta rimosse le cause.

Fra queste forme cliniche, una delle più difficili da distinguere dalle demenze degenerative è la cosiddetta "pseudodemenza depressiva".

La distinzione è in questo caso spesso facilitata da un accurato esame neuropsicologico, ripetuto nel tempo e dopo eventuale terapia specifica.

Una volta escluso che la demenza sia dovuta a cause che possono essere rimosse, si dovranno individuare le demenze di origine vascolare.

In queste demenze è ragionevole attendersi che il controllo dei fattori di rischio vascolare, riduca la frequenza delle ricorrenze di episodi vascolari e migliori la prognosi del paziente.

Una volta che sia esclusa anche la presenza di una demenza vascolare ci si troverà in presenza di una demenza degenerativa primaria.

In questo gruppo di demenze la Malattia di Alzheimer è la forma più frequente e paradigmatica ma si riconoscono sempre più frequentemente un certo numero di malattie e di sindromi che, pur nel sostanziale quadro unitario di demenza, presentano caratteristiche peculiari in termini di ereditarietà, manifestazioni cliniche e soprattutto di risposta al trattamento.

Un inquadramento delle diverse manifestazioni e delle varie sindromi è inoltre una premessa a che nel futuro si sia in grado di individuare più facilmente le forme che rispondono a differenti trattamenti e i meccanismi eziopatogenetici di queste malattie.





CLASSIFICAZIONE DELLE DEMENZE



Demenze trattabili



Questo gruppo di demenze, generalmente riferibili a cause infettive, metaboliche, psichiatriche (lesioni occupanti spazio o idrocefalo normoteso), costituiscono meno del 15% di tutte le demenze, e il loro riconoscimento è possibile grazie alle indagini cliniche, di laboratorio e strumentali in precedenza riportate.

L'idrocefalo normoteso è caratterizzato da disturbi della marcia, incontinenza urinaria e declino cognitivo che compaiono abitualmente in questa sequenza.

E' questa una condizione che può in alcuni casi rispondere all'intervento di shunt ventricolo-peritoneale.

Quando queste condizioni sono escluse, le più frequenti condizioni di demenza sono la Malattia di Alzheimer e le demenze vascolari.


Demenza vascolare



Costituisce circa il 10/15% di tutte le demenze ed è causata da uno o più piccoli infarti o da infarti di grandi dimensioni.

Sono stati proposti criteri per la diagnosi di demenza vascolare formulata in base ai seguenti criteri:



·         Evidenza clinica di demenza

·         Evidenze cliniche e di neuroimaging (TAC, RMN) di malattia cerebrovascolare

·         Relazione evidente o indiretta tra la demenza e la malattia cerebrovascolare (esordio, fluttuazioni, deterioramento "a scalini" dei deficit cognitivi).



Una volta giunti ad una diagnosi di demenza vascolare sarà utile differenziare i seguenti sottotipi:



Demenza multi-infartuale (MID).


E' la risultante di infarti multipli e completi, generalmente nel territorio di distribuzione, corticale o sottocorticale, dei grossi vasi.



Demenza da singoli infarti strategici.


E' data dai singoli infarti in aree cerebrali funzionalmente importanti per le prestazioni cognitive (giro angolare, proencefalo basale, talamo, etc.).



Demenza da coinvolgimento dei piccoli vasi.


E' l'esito di lesioni ischemiche a carico dei vasi di piccolo calibro che irrorano le strutture sottocorticali.



Demenza da ipoperfusione.


E' la risultante di un danno ipossico acuto, cronico o ripetuto.



Demenza emorragica.


E' la sequela di lesioni emorragiche intraparenchimali (fra le più frequenti l'emorragia intracerebrale a sede capsulare) o extraparenchimali (ematoma subdurale cronico, emorragia subaracnoidea).



Demenze degenerative primarie



Una volta esclusa la possibilità di una demenza vascolare è necessaria eseguire un’ulteriore diagnosi differenziale all'interno delle rimanenti demenze non secondarie e degenerative.

Un possibile schema classificatorio è quello che identifica le seguenti forme di demenza:



Malattia di Alzheimer



I criteri più utilizzati per la diagnosi della malattia di Alzheimer sono quelli proposti nel 1984 dal National Institute of Neurological and Communicative Disorders and Stroke.

Nei casi in cui lo studio famigliare evidenzia una trasmissione autosomica dominante, è indicata un’indagine genetica mirata a identificare mutazioni dei geni della proteina precursore dell'amiloide (APP) o della presenilina 1 e 2 (PS1 e PS2).

I grovigli neurofibrillari (NFT) con le placche neuritiche ed i neuriti distrofici sono considerati i maggiori segni distintivi della malattia di Alzheimer.

Esiste una notevole eterogeneità clinica, genetica e neuropatologica della malattia.

La concomitanza di demenza e lesioni neuropatologiche tipo Alzheimer in pazienti con morbo di Parkinson e nella demenza a corpi di Lewy ha suggerito invece un probabile meccanismo patogenetico comune per differenti forme cliniche.

Non esiste ancora un consenso unanime per la definizione dei criteri neuropatologici tipici della demenza di Alzheimer.

La diagnosi di malattia si basa sul riscontro autoptico di placche senili, depositi neurofibrillari e angiopatia amiloide che rappresentano i marker tipici, se non esclusivi, della malattia.

I marker neuropatologici della malattia di Alzheimer sono riscontrabili anche in soggetti anziani non dementi; il riscontro anatomopatologico nella Malattia di Alzheimer è utile ai fini di conferma diagnostica alla presenza di demenza clinicamente diagnosticata.



Demenza frontotemporale inclusa la demenza di Pick



Questo gruppo di demenze, che in fasi tardive o intermedie possono essere indistinguibili dalla malattia di Alzheimer, sono caratterizzate in fase iniziale dalla preminenza dei sintomi comportamentali, affettivi e del linguaggio sul deficit di memoria che può essere lieve o addirittura assente.


Creutzfeldt-Jakob e altre malattie da prioni



Queste demenze sono rarissime ma necessitano in ogni caso di essere riconosciute.

Esiste inoltre un rischio di trasmissione in seguito ad esposizione a tessuti contaminati come nel caso del trapianto di cornea.



Demenze con corpi di Lewy



Questa forma è particolarmente frequente e potrebbe contendere il posto di seconda più comune forma di demenza a quelle di tipo vascolare.

La demenza si accompagna sin dalle fasi precoci a segni parkinsoniani (bradicinesia, rigidità, mentre il tremore a riposo è raramente presente).

I segni cognitivi, che di norma precedono i segni motori, assumono spesso le caratteristiche di un rallentamento nel pensiero e nell’azione (bradifrenia, rallentamento psicomotorio).

Rispetto alla malattia di Alzheimer i deficit cognitivi tendono maggiormente a fluttuare (in particolare vigilanza e attenzione) ma la progressione della malattia è più veloce.

Dato che segni parkinsoniani compaiono tardi nella classica Malattia di Alzheimer, o non compaiono per nulla, una demenza con corpi di Lewy deve essere sempre sospettata nei casi che evidenziano, in fase iniziale, segni extrapiramidali.

Oltre ai segni motori questa demenza si caratterizza anche per la frequente presenza, anche in fase iniziale di malattia, di sintomi allucinatori in particolare visivi, ben dettagliati e reiterati.

Nonostante la non elevata specificità di questi sintomi e segni ai fini della diagnosi differenziale, è importante sospettare la demenza a corpi di Lewy per la particolare sensibilità ai neurolettici di questi pazienti.


Malattia di Parkinson



La demenza complica frequentemente il quadro della malattia di Parkinson nelle sue fasi avanzate evidenziando:


Paralisi sopranucleare progressiva



La demenza complica nel 70-80% questa sindrome parkinsoniana in cui sono, sin dall'inizio, preminenti i sintomi a carico dei movimenti coniugati oculari.

In particolare il segno caratteristico della turba di verticalità dello sguardo è spesso presente sin dall'esordio dei sintomi.


Degenerazione cortico basale

E' questa una causa di parkinsonismo con demenza che viene sempre più spesso diagnosticata, rispetto alla demenza con corpi di Lewy, i segni motori precedono la demenza e sono spesso unilaterali, e l'aprassia (ideativa e ideomotoria) precede anche di anni l'instaurarsi del deficit cognitivo globale.


Malattia di Huntington

E' una malattia ereditaria a carattere autosomico dominante, clinicamente sono preminenti i movimenti involontari (corea) e i sintomi psichiatrici sulla demenza che compare più tardivamente, attualmente, oltre alla familiarità positiva, è possibile la diagnosi genetica.


TABELLA DI SINTESI PER L'INDAGINE DIAGNOSTICA NEL SOSPETTO DI DEMENZA

Esame
Consiglio
Commenti
Anamnesi mirata
indicato
Attenta ricerca di disturbi della memoria,linguaggio, attenzione, capacità di giudizio, orientamento spazio temporale etc.;
Esame obiettivo generale e neurologico
indicato
Attenta ricerca di segni di malattie sistemiche e/o neurologiche (segni focali, extrapiramidali, etc…)
Valutaz. Neuropsicologica
Test di screening
indicato
Evidenziazione del deficit cognitivo
Batterie complete
indicato
Definizione del profilo cognitivo e del livello di gravità del deterioramento
Test specifici
speciale
Definizione e quantificazione del deficit di specifiche aree cognitive
Esami di laboratorio
Esami ematici ed urine
indicato
Esclusione di patologia sistemica di rilievo o identificazione di fattori di rischio vascolari
Sierodiagnosi lue
indicato
Demenza luetica
Vit. B12, ac. Folico, Omocisteina
indicato
Esclusione di carenze vitaminiche
Funzionalità tiroidea
indicato
Esclusione di disfunzionalità tiroidea
HIV
speciale
In soggetti con deterioramento dndd, soprattutto se giovani
Screening malattie metaboliche
speciale
Malattia di Wilson, malattie mitocondriali etc…
Indagini genetiche
speciale
Forme di malattia di Alzheimer con ereditarietà autosomica, dominante Malattia di Huntington
Rx - torace
indicato
Esclusione di patologia respiratoria ostruttiva cronica
Elettroencefalogramma
indicato
Quadri particolari nelle forme encefalitiche e nella malattia di Creutzfeldt-Jakob
TAC o RMN - cranio
indicato
Esclusione di lesioni strutturali (idrocefalo, ematoma subdurale, tumori intracranici); identificazione di quadri di atrofia corticale e/o sottocorticale; atrofia dei lobi temporali nelle fasi precoci della malattia di Alzheimer
SPECT/PET
integrativo
Identificazione di deficit funzionali in aree morfologicamente indenni
Esame del liquor
speciale
Utile nel sospetto di vasculiti, malattie infettive e malattie infiammatorie del SNC




Indicato: esame o valutazione che trova indicazione nella maggioranza dei casi di sospetto di demenza.
Speciale: esame o valutazione che può essere utile in casi particolari.
Integrativo: esame che fornisce informazioni complementari, non evidenzia una diagnosi senza la presenza di conferme da riscontri degli esami considerati Indicativi.

Nessun commento:

Posta un commento