Classificazione dei psicofarmaci usati nella “sofferenza mentale”
Come vi avevo annunciato nei miei precedenti Post, vi allego ora il frutto di una mia ricerca sul mondo dei Farmaci usati per differenti tipologie di disturbi ma sempre legati alla "sofferenza mentale".
All'interno di questo Post forse non troverete tutti i prodotti esistenti ma comunque c'è una buona panoramica.
Ogni Terapia dovrebbe essere vista come un sostegno al problema e non la soluzione in assoluto, le dosi consigliate sono sempre da rispettare cercando di mantenerle al minimo indispensabile (vedi effetti collaterali).
Le tipologie di Farmaci sono molte come le possibili Terapie da cui ne derivano, ognuno di noi deve vedere la "Terapia" come un vestito.....devi trovare quello giusto....quello che ti va bene.....in questi casi lo standard non esiste e se cambiate voi probabilmente deve cambiare anche la Terapia o come Prodotto o come quantità.
1.
GLI ANSIOLITICI ed ipnotico-sedativi
Le Benzodiazepíne (BDZ)
Sono i farmaci più comunemente
usati nel trattamento dell'ansia e dell'insonnia per il loro effetto
ansiolitico ed ipnotico-sedativo.
Gli altri effetti di tali farmaci
sono quello miorilassante (favoriscono il rilassamento dei muscoli) e quello
anticonvulsivante (bloccano le crisi convulsive nell'epilessia).
Utilizzati più frequentemente
come ansiolitici sono:
·
diazepam
(nomi commerciali:VALIUM, ALISEUM, ANSIOLIN, TRANQUIRIT)
·
desmetildiazepam (EN)
·
bromazepam (LEXOTAN, COMPENDIUM)
·
alprazolam (XANAX, FRONTAL, VALEANS)
·
lormetazepam (MINIAS)
·
lorazepam (TAVOR, CONTROL, LORANS)
Quelli più frequentemente
utilizzati come ipnotici sono:
·
flurazepam (FLUNOX, FELISON, DALMADORM,VALDORM)
·
triazolam (HALCION, SONGAR)
·
brotizolam (LENDORMIN).
Indicazioni abituali all'uso
delle Benzodiazepine:
• disturbi d'ansia
• ansia associata a condizioni
mediche
• astinenza da alcool
• acatisia (irrequietezza motoria
cioè non riuscire a stare fermi con le gambe; l'acatisia può essere un sintomo
d'ansia, oppure può comparire come effetto indesiderato in corso di trattamento
con neurolettici)
• agitazione psicomotoria acuta
• crisi acuta d'ansia
La durata del trattamento con le
benzodiazepine non dovrebbe superare le quattro settimane, per il loro rischio di
causare dipendenza.
Può essere tuttavia necessario,
in alcuni casi, protrarre l'assunzione di tali farmaci per periodi di tempo
molto lunghi.
Classificazione delle
Benzodiazepine
Le Benzodiazepine possono essere
differenziate l'una dall'altra in base alla loro durata d'azione in:
• BDZ a lunga durata d'azione (il
loro effetto dura più di 24 ore) diazepam, flurazepam, desmetildiazepam.
• BDZ a durata d'azione
intermedia (il loro effetto dura tra le 24 e le 48 ore) bromazepam.
• BDZ a durata d'azione breve (il
loro effetto dura meno di 24 ore) lorazepam, lormetazepam, alprazolam.
• BDZ a durata d'azione
brevissima (il loro effetto dura da 1 a 7 ore) triazolam, brotizolam.
E importante, quando si sceglie
il tipo di farmaco da utilizzare, tenere conto di questi aspetti, nel caso di
trattamenti di breve durata è preferibile utilizzare BDZ a lunga durata
d'azione (si possono assumere una sola vola al giorno ed alla sospensione del
trattamento danno minori sintomi da privazione), mentre in caso di trattamenti che
durano per periodi di tempo più lunghi è preferibile scegliere BDZ a breve durata
d'azione (non si accumulano nell'organismo).
La sospensione del trattamento
con BDZ deve in ogni caso essere graduale e concordata con il medico, con una
progressiva riduzione della dose del farmaco.
Effetti indesiderati delle
Benzodiazepine
• Sedazione, sonnolenza
• Atassia (difficoltà ad
articolare i movimenti, specie nell'anziano).
• Cadute accidentali specie
nell'anziano
• Confusione specie nell'anziano
• Abuso volontario
• Disinibizione o aggressività
• Amnesie
• Sintomi da privazione dopo la
sospensione
Controindicazioni all'uso
delle Benzocliazepine
• Ipersensibilità accertata al
farmaco
• Abuso o dipendenza da alcool e
farmaci
• Gravidanza e allattamento
• Gravi malattie respiratorie
• Bambini e adolescenti
2.
GLI ANTIDEPRESSIVI
I farmaci antidepressivi si sono
dimostrati efficaci nel trattamento a lungo termine della depressione di tipo
unipolare e bipolare, dei disturbi d'ansia, delle sindromi ansioso-depressive e
di alcune condizioni mediche.
Il trattamento psicofarmacologico
con antidepressivi va iniziato dopo un'attenta valutazione medica, mirata a
differenziare il disturbo depressivo ed il disturbo d'ansia da una situazione
di disagio psicologico che non necessita di trattamento farmacologico.
• Il farmaco antidepressivo va
preso ogni giorno durante il periodo di cura.
• E’ necessario attendere almeno
tre settimane (in alcuni casi fino a sei settimane) per sentire l'effetto
benefico sull'umore, mentre il miglioramento dei sintomi d'ansia, avviene
generalmente dopo la prima settimana di assunzione regolare del farmaco.
• E’ preferibile cominciare il
trattamento con una dose bassa di farmaco, per poi aumentarla, se lo consiglia medico.
• I farmaci antidepressivi
possono interagire con altri farmaci è quindi necessario informare il medico
riguardo tutti i farmaci ed i rimedi naturali che si stanno assumendo.
I farmaci antidepressivi sono
classificati in diversi gruppi in base o della loro struttura chimica o del loro
meccanismo d'azione a livello dei neurotrasmettitori.
Le classi di farmaci depressivi
più usate oggi sono:
•
antidepressivi triciclici (TCA)
•
antidepressivi inibitori della ricaptazione della serotonina (detti anche SSRI)
•
antidepressivi inibitori della ricaptazione della noradrenalina (detti anche
NRI)
•
antidepressivi inibitori della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina
(detti anche SNRI)
•
antidepressivi ad azione noradrenergica e serotoninergica specifica (detti
anche NaSSA)
Gli antidepressivi triciclici
Sono chiamati
cosi per la loro struttura chimica contenente tre anelli.
I più usati
sono: la clomipramina (ANAFRANIL), l'amitriptilina (LAROXYL), la desimipramina
(NORTIMIL).
Hanno oggi un
limitato impiego a causa dei loro possibili effetti indesiderati che sono:
secchezza della
bocca, stitichezza, ritardo nella minzione, visione offuscata, tachicardia, aritmie,
ipotensione ortostatica, confusione mentale, aumento di peso, sonnolenza,
vertigini, nausea, vomito, diarrea.
Antidepressivi inibitori della ricaptazione
della serotonina
Chiamati anche
SSRI sono i farmaci più usati oggi nella terapia della depressione e dell’ansia,
sono più tollerabili e sicuri perché privi di alcuni fastidiosi effetti
indesiderati propri dei triciclici; ciò ha diffuso pericolosamente il loro
impiego e vengono prescritti anche in situazioni che non necessitano di terapia
farmacologica.
Tali farmaci
agiscono attraverso un aumento della serotonina e sono:
·
fluoxetina (PROZAC, FLUOXEREN)
·
paroxetina (DAPAROX, SEROXAT,SEREUPIN)
·
citalopram (ELOPRAM, SEROPRAM)
·
escitalopram (CIPRALEX)
·
sertralina (ZOLOFT)
·
fluvoxamina (FEVARIN, MAVERAL).
Gli effetti
indesiderati che si possono presentare sono: nausea, cefalea, insonnia,
sonnolenza, diarrea, alterazioni della sfera sessuale.
La maggior parte di tali effetti, qualora si
presentino all'inizio del trattamento, tendono poi a scomparire durante lo
stesso.
Antidepressivi inibitori della ricaptazione
della noradrenalina
Chiamati anche
NRI questa classe di farmaci agisce aumentando i livelli di noradrenalina; essi
hanno dimostrato di essere efficaci nella depressione come i Triciclici e gli
Inibitori della ricaptazione della Serotonina.
Il farmaco più
usato di questa classe è la reboxetina(DAVEDAX, EDRONAX).
La scelta di
tale farmaco è da preferirsi in presenza di sintomi depressivi associati a rallentamento
psicomotorio, fatica, apatia, deficit di attenzione e di concentrazione.
Gli effetti
indesiderati che si possono presentare sono: ansia, agitazione, tremore, tachicardia,
aumento della pressione arteriosa.
La maggior
parte di questi effetti, qualora si presenti all'inizio del trattamento, tende
poi ad
attenuarsi con
la prosecuzione della cura.
Gli antidepressivi inibitori della
ricaptazione della serotonina e della noradrenalina (SNRI)
A tale classe
di farmaci appartiene la venlafaxina (EFEXOR, FAXINE) che, a dosi basse, agisce
aumentando soprattutto i livelli di serotonina mentre a dosi più alte aumenta i
livelli di serotonina e di noradrenalina.
Ha dimostrato
una buona efficacia sui disturbi depressivi e sull'ansia.
Gli effetti
indesiderati che si possono presentare sono: vertigini, sensazione di bocca
secca, insonnia, sonnolenza, alterazioni della sfera sessuale, stipsi, nausea.
Soprattutto ad
alte dosi è possibile riscontrare un aumento della pressione arteriosa.
Gli antidepressivi ad azione noradrenergica
e serotoninergica specifica (NaSSA)
A tale classe
di farmaci appartiene la mirtazapina (REMERON) che si è dimostrata efficace e
ben tollerata (priva dei possibili effetti indesiderati a livello della sfera
sessuale).
Può causare
aumento di peso e sedazione (quindi è preferibile assumerla la sera, per
favorire il riposo notturno).
Gli antidepressivi inibitori della
ricaptazione della noradrenalina e della dopamina
Il Bupropione,
conosciuto anche con i nomi commerciali di Zyban, Wellbutrin, Elontril, è un
antidepressivo atipico, di recente commercializzazione in Italia (dal 2008
sotto copertura del Sistema Sanitario), che agisce inibendo la ricaptazione
della dopamina
e della noradrenalina. È stato altresì utilizzato, in
passato e soprattutto in altri paesi, come molecola antagonista della nicotina;
lo scopo principale per il quale tale farmaco è stato studiato e introdotto,
riguarda in ogni caso il trattamento della depressione.
Attualmente il
ricorso al bupropione è particolarmente indicato, nei casi di quei pazienti che
mostrano una resistenza al trattamento con i più diffusi SSRI (gli antidepressivi
che agiscono sulla ricaptazione della serotonina). A differenza della maggior
parte di questa classe di farmaci, il bupropione si caratterizza per avere
ridotti effetti collaterali in particolare per quel che riguarda le disfunzioni sessuali,
spesso originate dal trattamento con antidepressivi.
3.
GLI STABILIZZATORI dell’umore
Sono farmaci
utili a prevenire e controllare le variazioni patologiche dell'umore: il
passaggio da una condizione di depressione ad una di euforia, eccitazione,
irrefrenabile maniacalità e viceversa.
Si tratta di
un gruppo di farmaci molto diversi tra loro utilizzati nel disturbo bipolare: a
questa classe appartengono il carbonato di litio ed alcuni farmaci
anticonvulsivanti (utilizzati per prevenire le convulsioni dell'epilessia).
Il carbonato di litio è il farmaco più
usato nel trattamento del disturbo bipolare, utile nella fase maniacale e nella
prevenzione delle ricadute depressive.
E necessario
eseguire una serie di esami del sangue per valutare la funzionalità renale
(dosaggio della creatinina) e tiroidea (dosaggio degli ormoni tiroidei: TSH,
FT3, FT4) prima di cominciare la terapia con il carbonato di litio e ripeterli
inizialmente ogni 2-3 mesi, poi ogni 6 mesi durante un trattamento di lunga
durata.
Va monitorata
inoltre la funzionalità cardiaca (con l'elettrocardiogramma) nelle persone sopra
i 65 anni ed in particolari situazioni.
Il carbonato
di litio è controindicato in gravidanza ed allattamento, nell'insufficienza
renale, nell'ipotiroidismo, in patologie cardiache.
Può essere
utile associare il litio ad altri farmaci (farmaci antipsicotici, BDZ) nella
mania acuta mentre è preferibile usarlo da solo nella terapia di mantenimento.
Non deve
essere associato a particolari farmaci diuretici, antinfiammatori, antibiotici.
Gli effetti indesiderati che si possono
presentare nel corso della terapia con litio sono: nausea, vomito, diarrea,
tremori alle mani, aumento di alterazioni della funzionalità tiroidea
(ipotiroidismo) e renale, polidipsia e poliuria (aumento della sete e bisogno
frequente di urinare).
La litiemia,
cioè il dosaggio del litio nel sangue, va eseguita almeno una volta alla
settimana nel primo mese di trattamento e successivamente almeno una volta ogni
tre mesi perché:
L’efficacia
del litio è in relazione alla sua concentrazione nel sangue che dovrebbe essere
in fase acuta 0,8-1,2 mEq/l e in fase di mantenimento (nella prevenzione delle
ricadute) 0,5-0,8 mEq/I.
Se la
concentrazione del litio raggiunge valori di 1,5-2 mEq/I oppure valori ancora
più alti possono manifestarsi effetti tossici.
I farmaci anticonvulsivanti o
antiepilettici
Utilizzati
nella terapia dell'epilessia, alcuni di questi farmaci si sono dimostrati
efficaci anche nella terapia del disturbo bipolare e nelle sindromi
schizoaffettive.
I più usati
sono:
·
l'acido valproico (DEPAKIN),
·
la carbamazepina (TEGRETOL)
·
la lamotrigina (LAMICTAL)
·
il gabapentin (NEURONTIN).
L’acido valproico
(DEPAKIN) molto utilizzato nel disturbo bipolare, si è dimostrato utile
soprattutto negli stati misti (in cui sono presenti contemporaneamente sintomi depressivi
e maniacali) e nelle situazioni in cui c'è un rapido passaggio dalla
depressione alla mania.
Spesso è
associato ad altri farmaci: il litio, gli antipsicotici e le BDZ.
E’ importante,
prima di cominciare la terapia con questo farmaco, fare gli esami del sangue generali
e monitorare in particolare la funzionalità epatica e ripetere tali esami ogni
6-12 mesi durante il trattamento.
I possibili
effetti indesiderati sono: nausea, vomito, perdita dell'appetito, sedazione,
tremore, alterazioni della funzionalità epatica e delle cellule del sangue
(riduzione delle piastrine, riduzione dei globuli bianchi).
La
carbamazepina (TEGRETOL) è utilizzata meno frequentemente del litio e
dell'acido valproico perché interagisce con tanti farmaci, modificandone la
concentrazione nel sangue e quindi l'efficacia e causa dei possibili effetti
indesiderati che comprendono: sedazione, visione offuscata, nausea, vertigini, cefalea,
alterazioni ematologiche, della funzionalità epatica e pancreatica ed effetti
cutanei compresa una reazione cutanea rara e potenzialmente grave.
Per tali
motivi in corso di terapia con la carbamazepina è importante eseguire gli esami
del sangue ed il dosaggio della carbamazepina nel sangue ogni settimana nei primi
mesi di trattamento, poi ogni 3 mesi.
La lamotrigina
(LAMICTAL) ha dimostrato di essere efficace come stabilizzatore del tono
dell'umore e di prevenire le ricadute degli episodi depressivi del disturbo
bipolare.
Il trattamento
con la lamotrigina va iniziato a dosi molto basse ed aumentato lentamente fino
a raggiungere la dose terapeutica, al fine di ridurre al minimo il rischio di
comparsa di effetti indesiderati che possono essere: eruzioni cutanee,
sonnolenza, cefalea, disturbi gastrointestinali.
Il gabapentin
(NEURONTIN) utile come stabilizzatore del tono dell'umore, può portare in
alcuni casi ai seguenti effetti indesiderati: sonnolenza, riduzione
dell'equilibrio, nausea/vomito, cefalea, ipotensione arteriosa, rallentamento
della frequenza cardiaca.
4.
FARMACI ANTIPSICOTICI
Tipici o neurolettici
Sono disponibili
sul mercato da circa cinquanta anni; il primo farmaco antipsicotico
sintetizzato è stato la clorpromazina.
Attualmente
esistono numerosi farmaci appartenenti a questa classe, che inducono nell'uomo
effetti farmacologici e clinici diversi, in conseguenza dell'attività
differenziata sui recettori di alcuni neurotrasmettitori del Sistema Nervoso
Centrale.
I più usati
sono:
·
Clorpromazina (LARGACTIL, PROZIN)
·
promazina (TALOFEN)
·
levomepromazina (NOZINAN)
·
prometazina (FARGANESSE)
·
aloperidolo (SERENASE, HALDOL)
·
clotiapina (ENTUMIN)
·
pimozide (ORAP)
·
flufenazina (ANATENSOL, MODITEN)
·
perfenazina (TRILAFON)
·
zuclopentixolo (CLOPIXOL)
Non è
opportuno, di solito, utilizzare due antipsicotici contemporaneamente ed è
sconsigliato procedere a frequenti cambi del farmaco senza prima averne
verificato l'efficacia.
Le indicazioni
all'uso di questi farmaci comprendono una gamma molto ampia di condizioni.
Le principali
sono costituite dai disturbi psicotici.
Sono inoltre
utilizzati nel trattamento di altri disturbi mentali in presenza di sintomi
psicotici come nella depressione, nella mania, in alcuni disturbi cognitivi (ad
es. nella Malattia di Alzheimer) quando sono presenti sintomi allucinatori,
deliri o agitazione grave.
Gli
antipsicotici tipici si sono dimostrati efficaci nel controllo dei sintomi
psicotici e nel favorire il percorso di guarigione delle persone con disturbo
psicotico, migliorando così la qualità della loro vita.
Sintomi che
migliorano più facilmente:
• Delirio
•
Allucinazioni
• Perdita del
controllo delle emozioni
• Agitazione,
angoscia
• Sensazione
di essere controllati o in pericolo
• Paura che i
propri pensieri vengano rubati.
Sintomi che
migliorano più difficilmente:
•
Apatia-mancanza di interesse
• Tendenza ad
isolarsi-ritiro ed isolamento sociale
• Mancanza di
energie
• Depressione
• Incapacità a
provare piacere e ad esprimere emozioni
Neurolettici depot o long-acting
Alcuni di
questi farmaci esistono nella formulazione ''ritardo'' (depot) o ad azione
prolungata (long-acting) sotto forma d'iniezioni intramuscolari.
La scelta di
questa forma di trattamento, ovvero un'iniezione intramuscolare una o due volte
al mese, viene utilizzata dopo aver valutato la necessità di un farmaco per il
contenimento dei sintomi e la mancata o discontinua adesione della persona al
trattamento.
E’ utile però
continuare a cercare l'adesione della persona al trattamento ed eventualmente
proporre un farmaco con somministrazione quotidiana.
Inoltre vanno
fatte frequenti verifiche per valutare l'insorgenza di eventuali effetti
indesiderati talvolta legati all'accumulo del farmaco per cui si rende
necessario ritardare o sospendere la somministrazione, eventualmente
sostituendo il farmaco depot con uno ''pronto'' (ad assunzione giornaliera).
Alcune persone
però preferiscono ''fare la fiala'' una volta al mese per non dover pensare
ogni giorno alla pillola da prendere.
L'uso degli
antipsicotici può durare per tempi molto lunghi, non è raro che molte persone
raggiungano un buon controllo dei sintomi ed un buon funzionamento sul piano
familiare e lavorativo e tuttavia non possano sospendere l'uso del farmaco,
pena la ricomparsa dei sintomi.
Gli
antipsicotici tipici possono causare effetti indesiderati fastidiosi al punto
da determinare una certa resistenza alla loro assunzione regolare; gli effetti
indesiderati sono per la maggior parte una diretta conseguenza della loro
azione (gli psicofarmaci, infatti, non agiscono solo dove serve per bilanciare
o mantenere l'equilibrio dei neurotrasmettitori tra loro, ma si diffondono in tutto
il cervello).
Gli
antipsicotici tipici sono una classe di farmaci composta da sostanze differenti
l'una dall'altra, che hanno un diverso profilo nell'incidenza e nella gravità
degli effetti collaterali.
Gli effetti indesiderati che si possono
presentare nel corso della terapia con antipsicotici tipici
Disturbi a
carico dei sistema nervoso centrale Effetti extrapiramidali
• Distonia
acuta (contrazioni involontarie dei muscoli della bocca, della lingua, degli
occhi, del collo) può presentarsi all'inizio della terapia con il farmaco
antipsicotico ed è reversibile
• Acatisia
(sensazione d’irrequietezza con il bisogno di muovere le gambe in
continuazione)
• Sindrome
parkinsoniana (tremore alle mani, rigidità muscolare, rallentamento nei
movimenti)
Tale sindrome
è detta così perché assomiglia al Morbo di Parkinson; tuttavia le due
condizioni della Malattia di Parkinson e l'effetto indesiderato dei
neurolettici, hanno in comune solo i sintomi ma mentre la prima è una malattia
neurologica degenerativa e irreversibile, la seconda è transitoria e
reversibile.
• Discinesia
tardiva (movimenti involontari dei muscoli della bocca, della lingua, della mandibola,
movimenti scoordinati delle braccia e del tronco)
E’ uno degli
effetti indesiderati più gravi e fastidiosi che alcune persone possono
sviluppare dopo aver assunto antipsicotici tradizionali per tanti anni, è di
grande importanza accorgersi subito della comparsa della discinesia tardiva per
trovare rimedi utili a contrastarla.
Altri
effetti a carico dei sistema nervoso centrale
• Sedazione,
astenia (mancanza di forze), apatia, appiattimento emotivo, senso d'impotenza,
calo dell'attenzione e della capacità di concentrazione.
In alcune
persone però l'astenia, l'apatia, la sedazione, sono di grande aiuto nel migliorare
i sintomi, talora presenti, di agitazione, insonnia, eccessivo aumento delle
attività e facile distraibilità, che impediscono alla persona di concentrarsi e
di eseguire attività più o meno complesse della vita quotidiana.
• Aumento del
rischio di convulsioni soprattutto nelle persone a rischio (con diagnosi di epilessia,
in associazione all'alcol, in persone con disturbi cerebrali organici associati
al disturbo psicotico).
Disturbi
del sistema nervoso autonomo
• Sensazione
di bocca secca, stitichezza, tachicardia, ipotensione ortostatica, aritmie
cardiache, difficoltà nella visione, ritenzione urinaria, disturbi della sfera
sessuale.
Altri
possibili effetti collaterali
• Aumento
della prolattina (che può causare alterazioni nel flusso mestruale nelle donne,
galattorrea, ingrossamento della ghiandola mammaria, disturbi della sfera
sessuale).
• Aumento di
peso
• Sindrome
neurolettica maligna è una complicanza molto rara (0-2%) ma grave che si può
presentare soprattutto all'inizio della terapia con antipsicotici ed è
caratterizzata da febbre molto alta, sudorazione, tachicardia, rigidità
muscolare, alterazione dello stato di coscienza.
Necessita di
cure mediche.
Neurolettici atipici o di nuova generazione
E’ una classe
di farmaci composta da molecole molto diverse tra loro che hanno però alcune
caratteristiche simili:
• Sono
efficaci sui sintomi positivi della psicosi
• Alcuni di
essi sembra possano migliorare i sintomi positivi nelle persone con disturbo
schizofrenico resistente ai farmaci antipsicotici tipici (in particolare tale
dato è accertato dagli studi sul funzionamento della clozapina)
• Alcuni di
essi sembra possano migliorare anche i sintomi negativi della psicosi
• Alcuni studi
suggeriscono che tali farmaci potrebbero migliorare il funzionamento cognitivo
nelle persone con disturbo psicotico e schizofrenia (in particolare tale dato è
accertato dagli studi sul funzionamento della clozapina)
• Alcuni di
essi causano meno effetti indesiderati del tipo tremori e rigidità muscolare
(effetti extrapiramidali) degli antipsicotici tipici
• Possono
indurre la comparsa d’iperglicemia, diabete mellito, aumento di peso, dislipidemia
Sono qui di
seguito descritte le caratteristiche principali degli antipsicotici atipici più
utilizzati oggi:
·
il risperidone (RISPERDAL, BELIVON)
·
l'olanzapina (ZYPREXA)
·
la quetiapina (SEROQUEL)
·
l'amisulpride (SOLIAN)
·
l'aripiprazolo (ABILIFY)
·
la clozapina (LEPONEX).
Il Risperidone(RISPERDAL, BELIVON) è tra
gli antipsicotici atipici più usati, da alcuni considerato di prima scelta
nella terapia dei nuovi casi di psicosi.
Interagisce
con i neurotrasmettitori Serotonina e Dopamina; è efficace sui sintomi positivi
della psicosi e potrebbe migliorarne anche i sintomi negativi.
Presenta scarsi
effetti collaterali extrapiramidali, a basse dosi, mentre a dosi più alte può
causare effetti collaterali extrapiramidali in misura simile agli antipsicotici
tipici.
Causa aumento
di peso anche se in misura minore rispetto ad altri antipsicotici atipici.
Può indurre
aumento della prolattina.
Alcuni studi
suggeriscono che tale farmaco potrebbe migliorare il funzionamento cognitivo delle
persone con psicosi oltre ad avere effetti benefici sul tono dell'umore sia nel
disturbo psicotico sia in quello bipolare.
Recentemente è
stata introdotta la formulazione a rilascio prolungato (Long-acting) iniettata
per via intramuscolare il cui effetto dura circa due settimane ed inizia la sua
azione con una latenza di circa tre settimane in cui il farmaco non è attivo.
Indicazioni
all'uso dei risperidone:
• Disturbi
psicotici
• Schizofrenia
Effetti
indesiderati:
• Ipotensione
• Sonnolenza
• Effetti
extrapiramidali (soprattutto ad alte dosi).
•
Iperprolattinemia
• Aumento di
peso
• Convulsioni
• Discinesia
tardiva
• Sindrome
neurolettica maligna
Olanzapina (ZYPREXA) anch'esso è un
farmaco molto usato, anche come prima scelta all'esordio della psicosi.
Interagisce
con i neurotrasmettitori Serotonina e Dopamina; è efficace sui sintomi positivi
della psicosi e potrebbe migliorarne anche i sintomi negativi.
Presenta una
bassa incidenza di tremori e rigidità muscolari (sintomi extrapiramidali) e non
causa aumento della prolattina.
Vi sono però
effetti indesiderati come l'aumento del peso (molto frequente), la possibile insorgenza
di diabete mellito e di dislipidemia.
Pertanto è
necessario che la persona in trattamento con questo farmaco possa essere
seguita anche dal punto di vista alimentare e dietetico.
Alcuni studi
suggeriscono che tale farmaco potrebbe migliorare il funzionamento cognitivo
delle persone con psicosi, oltre ad avere effetti benefici sul tono dell'umore
sia nel disturbo psicotico sia in quello bipolare.
Indicazioni
all'uso dell'olanzapina:
• Disturbi
psicotici
• Schizofrenia
• Disturbo
bipolare (episodio maniacale)
Effetti
indesiderati:
• Aumento di
peso-aumento dell’appetito
• Diabete
mellito, dislipidemia
• Sonnolenza
• Ipotensione
ortostatica
• Sindrome
neurolettica maligna
Quetiapina (SEROQUEL) interagisce con i
neurotrasmettitori Serotonina e Dopamina; è efficace sui sintomi positivi della
psicosi e potrebbe migliorarne anche i sintomi negativi.
E’
generalmente ben tollerata, non causa tremori ne rigidità muscolare (sintomi
extrapiramidali) ne aumento della prolattina.
Può causare
aumento di peso, sedazione, sonnolenza, ipotensione ortostatica, stipsi.
Alcuni studi
suggeriscono che tale farmaco potrebbe migliorare il funzionamento cognitivo
delle persone con psicosi, oltre ad avere effetti benefici sul tono dell'umore
sia nel disturbo psicotico sia in quello bipolare.
Indicazioni
all'uso della quetiapina:
• Disturbi
psicotici
• Schizofrenia
• Disturbo
bipolare (episodio maniacale)
Effetti
indesiderati:
•
Sedazione-sonnolenza
• Aumento di
peso
• Ipotensione
ortostatica
• Aumento
transitorio delle transaminasi epatiche
• Stipsi
• Sindrome
neurolettica maligna
Amisuipride (SOLIAN) interagisce con il
neurotrasmettitore Dopamina riequilibrandone la concentrazione nelle aree del
cervello dove essa è alterata.
Il suo effetto
è strettamente legato alla dose di farmaco utilizzata: a basse dosi porta ad un'attivazione
del sistema dopaminergico, favorendo il miglioramento dei sintomi negativi e
depressivi della psicosi mentre ad alte dosi ha un effetto ''modulatore'' sul
sistema dopaminergico ed è quindi efficace sui sintomi positivi della psicosi.
E’ generalmente
ben tollerata, non causa di solito sintomi extrapiramidali.
Può causare
aumento della prolattina.
Aripiprazolo (ABILIFY) è un nuovo
antipsicotico atipico, può essere anch'esso considerato di prima scelta nel
trattamento dei nuovi casi di psicosi, efficace sui sintomi positivi della
psicosi e potrebbe migliorare anche i sintomi negativi.
Gli effetti
collaterali di più comune riscontro, durante il trattamento con tale farmaco
sono:
insonnia, irrequietezza (è quindi preferibile
assumerlo la mattina), cefalea, senso di stordimento, nausea e vomito (è
raccomandata l'assunzione dopo i pasti).
Tali effetti indesiderati comunemente si
attenuano a partire dalla seconda settimana di trattamento.
Presenta
minori effetti collaterali extrapiramidali rispetto agli altri antipsicotici,
non causa aumento della prolattina ne aumento di peso.
In caso di
passaggio da un trattamento con un altro antipsicotico all'Aripiprazolo è
importante non interrompere l'assunzione del precedente antipsicotico iniziando
contemporaneamente la somministrazione di Aripiprazolo a dosi ridotte,
rivalutarne la dose dopo due settimane fino a raggiungere la dose efficace
(10-30 mg/die) e, contemporaneamente, ridurre progressivamente la dose del
precedente antipsicotico fino a sospenderlo, del tutto.
Clozapina (LEPONEX) è il primo
antipsicotico atipico ad essere stato usato.
La clozapina è
oggi utilizzata con successo nelle persone affette da schizofrenia che non
presentano un miglioramento significativo dei sintomi psicotici in trattamento
con altri farmaci antipsicotici.
La sua
efficacia in queste situazioni è sicuramente incoraggiante; può migliorare,
oltre ai sintomi positivi della psicosi, anche quelli negativi.
Diverse
persone in trattamento con clozapina possono tornare ad un livello normale di
funzionamento cognitivo, lavorativo e sociale.
L’evidenza di
una maggior efficacia della clozapina nei cosi detti ''casi resistenti''
rispetto a tutti gli altri antipsicotici, in determinate condizioni, giustifica
il suo utilizzo pur a fronte dei possibili effetti collaterali che, tuttavia,
possono essere controllati ed evitati seguendo attentamente le procedure
consigliate.
E’ per questo
necessario sottoporsi ad un esame del sangue per controllare i globuli bianchi,
l’esame deve essere eseguito ogni settimana nelle prime 18 settimane di
trattamento, poi, nella terapia a lungo termine, una volta al mese.
La clozapina, infatti,
può in rari casi (con una frequenza, nei primi tre mesi di terapia, inferiore
all'1%) portare ad una complicanza grave, l'agranulocitosi (diminuzione fino
alla possibile scomparsa dei globuli bianchi nel sangue).
La maggior
parte degli episodi di agranulocitosi si presentano entro il terzo mese
dall’inizio della terapia per poi diminuire durante il primo anno di
trattamento.
Indicazioni
all’uso della clozapina:
• Schizofrenia
resistente al trattamento con altri antipsicotici
• Inefficacia
o intolleranza agli antipsicotici tipici
Effetti
indesiderati:
•
Agranulocitosi
• Aumento del
rischio di convulsioni (soprattutto ad alte dosi e nelle persone a rischio)
• Sedazione
• Aumento di
peso
• Collasso
cardiocircolatorio-ipotensione ortostatica
• Tachicardia
• Aumento
della salivazione
• Ritenzione
urinaria
• Sindrome
neurolettica maligna
Associazioni
da evitare:
• Qualsiasi
farmaco che possa potenzialmente causare agranulocitosi come particolari
antinfiammatori ed antibiotici
• Ogni altro
farmaco antipsicotico
Indagini
fondamentali:
• Conta dei
globuli bianchi ogni settimana nelle prime 18 settimane di trattamento poi, una
volta al mese
• Esami di
laboratorio di base
•
Elettrocardiogramma
5.
FARMACI ANTICOLINERGICI o antiparkinsoniani
Questi farmaci
sono usati per attenuare o eliminare gli effetti collaterali extrapiramidali
conseguenti al trattamento con gli antipsicotici (soprattutto quelli tipici).
I più usati
sono:
·
tiesifenidile (ARTANE)
·
biperidene (AKINETON)
·
orfenadrina (DISIPAL)
E’ preferibile
prescrivere tali farmaci dopo che i sintomi extrapiramidali sono comparsi,
anche se alcuni medici usano somministrarli fin dall'inizio della terapia con
antipsicotici.
In ogni caso
vi è ormai ampio consenso sul fatto che le persone che ricevono questi farmaci
nella prima fase del trattamento neurolettico non hanno bisogno di proseguirne l'assunzione,
una volta stabilizzata la dose del neurolettico stesso.
Pertanto è
utile sospendere la somministrazione dei farmaci anticolinergici entro i primi
tre mesi dalla loro assunzione, verificando l'eventuale ricomparsa di effetti
extrapiramidali.
Questi farmaci
possono indurre una certa dipendenza e talvolta alcune persone tendono a farne un
uso voluttuario.
Indicazioni:
• Riduzione
degli effetti collaterali extrapiramidali indotti dai neurolettici
• Durata del
trattamento non superiore a tre mesi
Effetti
indesiderati:
• Stipsi
• Riduzione
urinaria
• Delirium-
subconfusione in caso di abuso
Controindicazioni:
• Gravidanza
• Ipersensibilità
a questi farmaci
• Ipertrofia
prostatica
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