Mio padre cerca di affrontare la
situazione e nel giugno 2002 porta mamma, per un consulto, in una Clinica
privata vicina, convenzionata ASL, dove uno psichiatra interpreta (non che
fosse difficile) i sintomi come una “profonda depressione” e consiglia il
ricovero, ovviamente proprio presso la sua Clinica che, guarda caso per ogni
ricovero, percepisce dall’ASL dei bei soldini.
Le Cliniche private vivono sulla
base dei soldi che percepiscono dalle ASL (se convenzionate) o dagli stessi
utenti, quindi ricordate sempre... che queste strutture, hanno anche altri
interessi, oltre a quello della salute dell’ammalato, quando consigliano il
ricovero.
Comunque in taluni casi, il
ricovero è necessario, ho scoperto nel tempo, che le modalità dello stesso
devono essere fatte in un certo modo, altrimenti non serve a nulla, anzi
peggiora la situazione di chi sta male, mentre la situazione finanziaria, di
queste Cliniche migliora!!
Mamma rimane ricoverata per un
mese e mezzo e sarà dimessa con una terapia che, scopriremo dopo visto la
nostra ignoranza in materia in quel periodo, si basava su vecchi farmaci con
effetti collaterali pesanti, ma anche con dosaggio superiore a quello previsto
dalle istruzioni all’interno delle confezioni stesse (chiamato comunemente
“Bugiardino” che io chiamerei “Veritino”).
La terapia non tarda a fare i suo
devastanti effetti e siamo costretti a portare mia madre al pronto soccorso, per uno sfogo simile all’orticaria,
effetto collaterale per le eccessive dosi somministratele dal “famoso” psichiatra della
Clinica privata.
Mamma abbandona quindi la terapia
e qui... entro in campo io, resomi conto che la situazione era ormai
precipitata, pensando con grande presunzione, di poter vincere la “battaglia”.
A quel tempo ero fidanzato con
una neolaureata in Psicologia, che mi consigliò alcune letture specifiche
riguardanti la “Malattia mentale” e, sempre tramite lei, riesco ad ottenere un
consulto con un conosciuto psichiatra di un’ASL di un’altra Provincia.
Porto quindi, a questo nuovo
consulto, mia madre e una serie di esami neurologici ( la TAC cerebrale), che nel
frattempo gli avevamo fatto.
Questo nuovo Specialista ci consiglia
una nuova terapia e un eventuale ricovero in una Clinica, sempre privata, più
lontana verso Verona, inoltre dagli esami neurologici non si evidenzia nessuna
anomalia.
Mi ricorderò sempre la frase che
mi disse:“attenti a fare troppi esami neurologici, prima o poi su chiunque si
trova qualcosa che non va...” questa frase sarà profetica come vedrete dopo.
Dopo il fallimento anche della
terapia di quest’ultimo Specialista, che aveva portato alla perdita delle
capacità motorie di mamma, causate da un’eccessiva dose di un neurolettico (nome:
Haldol), decidiamo un ulteriore ricovero, nella Clinica privata e convenzionata
di Verona, quella che ci aveva consigliato, dove dal settembre 2002 resta
ricoverata per circa due mesi e mezzo.
Questa Clinica è divisa in
reparti, ciascun reparto diretto da un Responsabile psichiatra e, colloquiando
con alcune persone, ci siamo resi conto che se cadi nel reparto giusto, dove la
responsabilità dello stesso è in mano ad un psichiatra capace forse qualche
risultato lo ottieni, ma se cadi in quello sbagliato….
Indovinate in che reparto siamo
caduti noi?... Avete già capito! Certo che un po’ di fortuna non guasta in
questi casi, ma noi non ne abbiamo di certo avuta, almeno fin qui.
In tutto questo tempo il CSM
(Centro di salute mentale), dove era in carico mia madre, non si fa sentire e
non si interessa, la parola d’ordine per loro è stata “se non ti fai sentire,
noi di certo non ti cerchiamo”.
Viene dimessa con una nuova
terapia, con farmaci più aggiornati ai
tempi, ma sempre con dosi elevate e nel caso del neurolettico (alcuni lo
chiamano anche antipsicotico) le produceva, come effetto collaterale,
difficoltà motorie importanti.
“Neurolettico”…non pensate che
sia una parola vagamente simile ad altre che abbiamo già sentito nell’uso
comune?
Per esempio: “neuro” oppure
“letto” oppure “narcolettico”, infatti non a caso si chiama così… se hai dei
neuroni nel cervello te li mette a letto!
Nei Capitoli successivi cercherò,
per quello che ho capito, di spiegarvi meglio la differenza fra le tipologie di
psicofarmaci più usate: ansiolitici, antipsicotici/neurolettici e
antidepressivi.
Mamma rimane a casa per circa due
mesi, segue la terapia ma la situazione non migliora anzi, si decide pertanto
di ricoverarla ancora, sempre nella medesima Clinica di Verona per valutare,
tramite il collegamento con il Dipartimento di Neurologia dell’Ospedale Civile
di Verona, se esistono cause neurologiche di deterioramento mentale, che
spiegherebbero i fallimenti dei “sedicenti psichiatri”.
Viene sottoposta ad esami
neurologici come la SPECT e batterie di test per capire il suo grado di
funzionalità mentale.
Ora vi chiedo... ”come pensate
che una persona imbottita di psicofarmaci, possa rispondere in modo adeguato a
test ed esami neurologici?”, eppure lo psichiatra di Verona aveva questa,
assurda convinzione!
La valutazione rispetto alle
problematiche neurologiche diede un risultato ovviamente incerto e i Neurologi
si espressero con un “forse Si o forse No”.
Siamo ormai a Febbraio 2003,
mamma torna a casa e di notte si alza per mangiare tutto quello che trova, con
conseguente aumento di peso, il resto dei sintomi non migliorano, nell’ultimo
ricovero avevano solo deciso di togliere il neurolettico che creava problemi
motori e inserire al suo posto un antipsicotico che, pur mantenendo le stesse
funzioni terapeutiche, aveva minori effetti collaterali.
Le fissazioni aumentano, crede di
perdere i capelli, una parte del palato, rimane per lo più a letto e non cura
per nulla la sua igiene, noi dal canto nostro, facciamo quel che si può.
Pensavo di vivere un incubo e
invece l’incubo doveva ancora arrivare, mamma comincia ad avere episodi di
autolesionismo, procurandosi tagli sul corpo.
Ad ogni episodio di
autolesionismo corrisponde un ricovero coatto, presso il nostro Ospedale
Civile, nel reparto di Psichiatria.
Pochi giorni e poi di nuovo a
casa, con guardie notturne e diurne da parte nostra e la paura costante
dell’irreparabile.
In Ospedale cambiano ancora la “cura”
con nuovi farmaci e dosi da “cavallo”, fuori schema anche rispetto alle istruzioni
di confezione, decidono anche di rifare alcuni esami neurologici (risonanza
magnetica cerebrale, encefalogramma, TAC, SPECT, esami del sangue ecc.).
Speravamo che questi esami servissero
per capire meglio il problema invece, come abbiamo compreso dopo, era un
tentativo di trovare un cavillo qualsiasi, per scaricare l’ammalata ad un altro
reparto e lavarsene le mani.
Ricordate la frase che mi aveva
detto lo Psichiatra dell’ASL dell’altra Provincia, sul fatto che cerca e cerca qualcosa
si trova?... Adesso ne capivo il senso.
Trovarono, infatti, delle
discrepanze nella Spect e nella Risonanza magnetica che, a detta degli stessi Specialisti
di Neurologia, non evidenziano di per se la certezza di un problema
neurologico, ma tanto bastò per il Dirigente di Psichiatria del reparto
dell’Ospedale, per etichettare il caso come di non competenza del suo Dipartimento.
La “patata” ora passava a
Neurologia, la quale ci disse che non avevano posti letto liberi e dopo dei
test neurologici, bollarono mia madre come “Demente”.
Infine, sia Psichiatria che
Neurologia, ci consigliarono, senza mezzi termini, di internare mia madre in
una struttura a lunga degenza per tutta la vita e chiudere il “coperchio”.
Siamo stravolti fisicamente, mentalmente
e moralmente, non sappiamo cosa fare, dove andare e dal reparto di Psichiatria
dell’Ospedale ci chiedono insistentemente di riportare mamma a casa, devono
liberare il posto letto…
Mi chiedo con le lacrime agli
occhi, come siamo giunti fino a questo punto? Come è possibile che una persona
di cinquantasette anni viene data per persa, considerata un numero, un
ingranaggio rotto da seppellire dentro quattro mura.
Siamo in Italia, nel ricco Nordest,
dove la Sanità Pubblica viene considerata un vanto per questa Nazione e invece
mi sembrava di aver incontrato solo ciarlatani, incompetenti, reparti senza
posti letto, strutture assenti.
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